C’è chi non vede l’ora che arrivino le ferie estive per prenotare una vacanza al mare e lasciarsi incantare dai pesci durante una sessione di snorkeling, e chi invece ha la fortuna di avere in casa un acquario e di osservare tutti i giorni questi affascinanti animali.
Sebbene essi siano considerati meno impegnativi rispetto a un cane o a un gatto, è comunque fondamentale offrire loro un ambiente adatto in cui vivere, il più simile possibile al loro habitat naturale. Ecco dunque una guida all’allestimento dell’acquario perfetto in 5 semplici step, partendo da quello d’acqua dolce!
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1. La scelta degli ospiti: quali sono i pesci migliori per iniziare?
Potrebbe sembrare strano, ma il primo passo per dare vita all’acquario perfetto non inizia dalla scelta del modello, ma da quella dei pesci che ci vivranno. Le dimensioni e le caratteristiche dell’habitat che andremo a ricreare dipendono infatti dalle esigenze della specie ospite, motivo per cui è più saggio iniziare da questo punto, piuttosto che rischiare di acquistare un modello inadatto.
Gli esemplari migliori per chi si avvicina all’acquariofilia per la prima volta sono quelli che richiedono cure basilari e poco impegno, nonché quelli che hanno bisogno di un habitat facile da ricreare artificialmente.
Un pesce poco esigente e semplice da gestire, per esempio, è il classico pesce rosso, mentre altre scelte azzeccate sono il barbo tigrato, caratterizzato da suggestive striature verticali, il daniozebrato, dalle pinne sinuose e screziato in orizzontale, il pesce gonnella e il pesce neon, quest’ultimo riconoscibile grazie alle tinte brillanti rosse e blu sul corpo. Queste specie tendono a mantenere piccole dimensioni, ma amano vivere in gruppi composti da almeno 4 esemplari, motivo per cui richiedono un acquario non troppo piccolo.
Tra i pesci di dimensioni un po’ più grandi troviamo il cosiddetto pesce combattente – o betta splendens – elegante con il suo pinnaggio voluminoso, oppure l’apistogramma. Anche lo scalare è molto comune, caratterizzato da una forma triangolare ben riconoscibile e da pinne molto pronunciate nella zona superiore e inferiore del corpo. Tendenzialmente territoriali, queste specie hanno bisogno di acquari più spaziosi, dove possono vivere in gruppo, ma con qualche accortezza particolare.
Per evitare problematiche tra esemplari o situazioni di stress dannose per la salute dei pesci, è importante informarsi in modo approfondito sulle caratteristiche e le necessità di ogni singola specie, consultando qualche esperto del settore o leggendo alcuni libri dedicati all’argomento. In questo modo potremo accogliere in casa i pesci più adatti alle nostre possibilità.
2. I requisiti di un buon acquario
Una volta scelti i pesci che andranno ad abitare il nostro acquario, è arrivato il momento di selezionare il modello adeguato, che – come anticipato sopra – deve rispettare appieno le esigenze dei suoi futuri abitanti. I pesci di grandi dimensioni e le specie che vivono in gruppi numerosi dovrebbero avere a disposizione un habitat spazioso, dove poter convivere pacificamente senza sovraffollamento, mentre è possibile scegliere modelli un po’ più contenuti (senza esagerare, si tratta comunque di esseri viventi che hanno bisogno del proprio spazio) per i pesci molto piccoli.
Per i neofiti il prodotto ideale è quello che presenta già gli elementi essenziali, come pompe e filtri incorporati, nonché sistemi di illuminazione e riscaldamento.
Nello specifico, i filtri si occupano della pulizia dell’acqua da tutte le sostanze e impurità naturalmente prodotte dai pesci. Il termoriscaldatore mantiene l’acqua alla giusta temperatura, in base alle esigenze dei pesci. Per i pesci d’acqua dolce le temperature in genere si aggirano attorno ai 24°-26°C, con alcune eccezioni a seconda delle specie.
Le luci, invece, sostituiscono i raggi solari e offrono ai pesci (nonché alle piante inserite nel loro habitat) un ciclo luce-buio naturale, possibilmente stabilito attraverso un timer personalizzabile.
La misura standard di un acquario d’acqua dolce si aggira attorno ai 70-150 litri, obbligatoriamente più ampio in larghezza che in altezza. Vanno assolutamente evitate le bocce un tempo utilizzate per i pesci rossi, poiché non garantiscono un habitat sano per nessuna specie, nonché le vasche rettangolari troppo piccole.
Anche il posizionamento dell’acquario è di grande importanza: la vasca va collocata in una zona della casa caratterizzata da una temperatura costante e lontana dai raggi diretti del sole, per evitare sbalzi termici o la proliferazione di alghe. Deve essere inoltre sostenuto da un ripiano solido e ben livellato, nonché situato in una zona che non sia di passaggio, per garantire ai pesci una certa tranquillità.
Cerchiamo di selezionare un luogo adatto prima dell’allestimento, poiché l’aggiunta di ogni elemento utile renderà la vasca molto pesante e difficile da spostare a piacimento.
3. L’importanza dell’acqua
Così come per noi l’aria è fondamentale per vivere, i pesci non potrebbero fare a meno del proprio elemento naturale: l’acqua. La corretta gestione di quest’ultima è un elemento imprescindibile per la salute di questi animali. Nello specifico, i valori di cui bisogna tenere conto sono pH, kH, gH, nitriti e nitrati, responsabili di un corretto ciclo dell’azoto, ossia della creazione di un biosistema perfettamente funzionante:
- pH: è il valore che indica il grado di acidità o basicità di una sostanza, e la sua misurazione è molto utile per la gestione dell’acquario, poiché specie diverse hanno bisogno di pH diversi. In media la gran parte degli acquari richiede un valore che si aggira attorno ai 7-8, ossia piuttosto neutro, ma è fondamentale informarsi presso gli esperti del settore per adattarlo agli esemplari scelti.
- kH: rappresenta la durezza carbonatica temporanea, ossia la presenza di carbonati e bicarbonati (calcio e magnesio) all’interno dell’acqua. Il suo ruolo è molto importante poiché stabilizza il pH e permette di quantificare il livello di CO2. La quantità media di kH in un acquario si aggira attorno a 4-6°, ma può cambiare a seconda delle specie. È cruciale mantenere questi valori nel range richiesto per favorire la crescita dei pesci ed evitare problematiche.
- gH: misura la durezza totale dell’acqua, ossia il valore kH sommato alla durezza permanente (ossia la presenza di sali nell’acqua). La quantità complessiva dovrebbe mantenersi all’interno del range 4-8°.
- Nitriti (NO2) e Nitrati (NO4): sono entrambi il risultato della decomposizione degli scarti organici dei pesci, a opera dei batteri. Poiché si tratta di sostanze nocive per questi animali, il loro valore all’interno dell’acqua dovrebbe avvicinarsi il più possibile allo 0, per evitare stress e malattie.
Costruire un acquario equilibrato è utile per fare in modo che il ciclo di produzione di queste sostanze e il loro assorbimento si bilancino, attraverso la loro trasformazione in ossigeno da parte delle piante.
Qualora questi valori fossero inferiori o superiori a quanto richiesto, esistono diversi metodi per equilibrarli. In alcuni casi si può agire sul fondale, per esempio togliendo o aggiungendo determinati strati, oppure diluendo l’acqua. Su consiglio di esperti di acquariofilia, esistono anche in commercio dei prodotti pensati appositamente per il trattamento dell’acqua.
4. Gli accessori immancabili
A un occhio poco esperto, o a chiunque si trovi ad allestire un acquario per la prima volta, sassi, piante e altre aggiunte potrebbero sembrare poco più che meri elementi decorativi. La loro carica estetica è innegabile, certamente, ma questi oggetti hanno anche altre funzioni.
In primo luogo, un buon substrato arricchisce l’habitat dei nostri pesci, soprattutto delle specie da fondale, ma è fondamentale anche per le piante, rappresentando un materiale di ancoraggio per le radici e un elemento che ne favorisce la crescita.
Va da sé, dunque, che la scelta del fondo perfetto dipende da quali pesci e piante desideriamo inserire nell’acquario. In linea di massima, però, la prima decisione da prendere riguarda il tipo di fondo: fertile o inerte.
Il primo (per esempio quello composto da argille e concime) è imprescindibile qualora volessimo arricchire l’acquario con delle piante vive, e va posizionato come substrato di almeno 3 cm e ricoperto poi da altri materiali, per un minimo di 4 cm. In caso di piantefinte – in genere meno consigliate per creare un buon ecosistema – o di vegetali che non richiedono un substrato fertile, è sufficiente un fondoinerte, come la ghiaia al quarzo o la sabbia.
Per quanto riguarda le piante, abbiamo l’imbarazzo della scelta: molto gettonate sono la Limnophila e la Vallisneria Gigantea, piuttosto adattabili e facili da gestire, mentre può essere un’ottima idea anche optare per l’Echinodorus Tenellus, che appare come una sorta di praticello da acquario.
Infine, la vasca può essere decorata con elementi di vario tipo, come rocce, piccole statue, velieri o edifici in miniature, barriere, ponticelli, e via dicendo. La loro utilità è spesso estetica, ma in alcuni casi queste strutture possono anche rappresentare un buon luogo dove i pesci possono nascondersi o andare a riposare.
5. Manutenzione
Per garantire ai nostri amici acquatici una vita serena e sana è fondamentale che il loro habitat sia regolarmente sottoposto a manutenzione. Questa pratica serve per mantenere pulita e salubre l’acqua, privandola delle sostanze nocive e della sporcizia.
Oltre ad assicurarci giornalmente che l’acquario sia in buone condizioni, che la temperatura sia adeguata e che il livello dell’acqua non sia sceso sotto i livelli consigliati (rabboccandola quando necessario), è anche importante eliminare frequentemente lo sporco grossolano rimasto nel filtro e quello che galleggia nell’acqua, per evitarne la decomposizione.
La frequenza di ricambio dell’acqua dipende dalla grandezza dell’acquario: per quelli piccoli (massimo 40-50 litri) è necessario farlo settimanalmente, mentre questa operazione va svolta circa una volta al mese nel caso di acquari più grandi.
In genere, inoltre, le lampade tendono a perdere potenza nel corso del tempo, motivo per cui è consigliato sostituirle annualmente.
Non vanno inoltre dimenticati tutti quegli interventi sporadici che riguardano la pulizia del fondale da avanzi di mangime, i trattamenti all’acqua in caso di valori sballati e l’eliminazione di eventuali alghe.
Bonus: rispettiamo le tempistiche
Ora che conosciamo le basi per la costruzione di un buon acquario, potremmo farci prendere dall’entusiasmo e procedere subito con l’acquisto di tutte le utilità e dei pesci. Commetteremmo però un grave errore!
Prima di accogliere in casa questi animali è cruciale sottoporre l’acquario a un periodo di test. Dopo averlo montato in tutte le sue componenti (facciamoci aiutare da un esperto per le prime volte, per effettuare ogni passaggio in modo corretto), e aver aggiunto l’acqua (quella del rubinetto è inadatta, meglio quella demineralizzata e corretta con gli additivi necessari), è molto importante attendere circa 3-4 settimane prima di introdurre i pesci, per monitorare i valori e la loro evoluzione. Anche l’introduzione delle specie deve essere fatta seguendo i consigli di un esperto, per evitare stress inutili agli esemplari.
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