Nel mondo animale la riproduzione è un passaggio fondamentale, che garantisce il mantenimento della specie. Se la vita genitoriale di cani e gatti non è più un mistero anche per i meno esperti, lo stesso non si può dire di molte altre specie.
Abbiamo avuto modo di scoprire interessanti curiosità legate al mondo acquatico, dove il ruolo dei genitori viene preso molto sul serio!
In occasione della Festa del papà, facciamo un viaggio alla scoperta delle affascinanti (e poco conosciute) cure parentali dei pesci maschi!
Papà premurosi anche in acquario!
Quando si parla di cure parentali nel regno animale, l’esempio dei pesci è uno dei più importanti per capire la condivisione dei ruoli. In pochi sanno infatti che nel mondo acquatico il compito di badare ai piccoli viene spesso affidato agli esemplari maschi. L’impegno che questi papà impiegano nella preparazione del nido e nella salvaguardia della prole è davvero esemplare! Tenendo sempre conto delle loro abitudini, anche in acquario possiamo permettere loro di riprodursi, assicurandoci che le acque in cui vivono siano purificate e adatte alle loro specifiche esigenze.
Tra i padri più premurosi è impossibile non menzionare il cavalluccio marino (Hippocampus), noto per accogliere le uova deposte dalla femmina in una sacca situata sul ventre. Quest’ultima funge anche da incubatrice, dove le uova non solo vengono conservate e protette amorevolmente, ma anche nutrite tramite la produzione di sostanze benefiche.
Al momento della schiusa la sacca viene inoltre scossa da piccole contrazioni, che garantiscono l’espulsione dei piccoli, in un processo che in parte ricorda il nostro concetto di gravidanza! In seguito il padre continua ad accogliere la prole nella sacca per nutrirla e proteggerla fino al raggiungimento dell’autonomia.
A prendersi cura dei piccoli con grande dedizione è anche il maschio del Pesce disco (Symphysodon discus), che sorveglia attentamente le uova deposte e collabora con la compagna nel curioso processo di alimentazione dei pescetti. La coppia permette infatti agli avannotti di nutrirsi del muco secreto dalla loro pelle, ricco di sostanze benefiche.
Questo può avvenire facilmente anche in cattività. Oltre ad assicurarci che le acque siano sempre pulite, possiamo limitarci a distribuire il mangime solo ai pesci adulti, che si occuperanno poi autonomamente della prole.
Degli architetti instancabili
Tra le cure parentali dei pesci la preparazione del nido è un processo cruciale. Tra i più esperti architetti del mondo acquatico c’è il Pesce combattente (Betta splendens), caratterizzato da pinne voluminose e colorate.
Originario di acque normalmente povere d’ossigeno, il maschio di questa specie ha ideato una brillante strategia per mantenere le uova ossigenate dopo la loro deposizione e fecondazione. Ingoia boccate d’aria e grazie al muco presente nella sua saliva forma delle bolle, che posiziona sulla superficie dell’acqua. Ciò che a noi può sembrare una bizzarra composizione priva di significato è in realtà un vero e proprio nido!
Il Pesce combattente deve però essere fulmineo nel portare al sicuro le uova tra le bolle, poiché l’istinto della femmina la spinge a divorarle.
Frutto di un’impietosa selezione umana che l’ha reso più aggressivo, il Pesce combattente mette in campo la propria indole battagliera con i rivali in amore e – quando è necessario salvaguardare le uova – con la femmina, motivo per cui è consigliato tenere la coppia in acquari separati durante questo delicato periodo.
L’istinto protettivo prosegue poi anche nei primi periodi di vita dei piccoli, fino a quando non sono autonomi.
Nel mondo acquatico c’è però un altro superpapà tutto da scoprire, una specie che in natura si occupa della costruzione del nido e della sua pulizia, e che ha raggiunto la popolarità grazie al film d’animazione Alla ricerca di Nemo. Stiamo parlando del bellissimo Pesce pagliaccio (Amphiprion ocellaris)!
Mentre la compagna si premura di tenere la zona sicura da eventuali minacce, il futuro papà si prende cura delle uova in altro modo, scegliendo dove avverrà la deposizione e rosicchiando alghe e piante acquatiche fino a creare un nido.
Chi non conosce le strategie di questo pesce potrebbe trovarsi perplesso di fronte alla selezione della zona ideale, che si trova accanto ai tentacoli velenosi degli anemoni marini! Non si tratta però di incoscienza, ma di un meraviglioso esempio di simbiosi tra specie diverse: immune all’azione dei tentacoli grazie al particolare muco che ricopre la sua pelle, il Pesce pagliaccio vive al sicuro accanto a questi organismi. In cambio si assicura che essi non vengano minacciati da altri animali.
Dopo la deposizione delle uova il maschio si occupa della loro fecondazione, della loro protezione e della pulizia del nido.
Insomma, un papà tuttofare!
Che bocca grande hai! È per…proteggerti meglio!
La preparazione del nido e la sua protezione sono un meraviglioso esempio di cura genitoriale da parte di molti pesci. Ma ci sono altri metodi con cui questi animali dimostrano grande dedizione nella crescita dei loro piccoli.
I Ciclidi (Cichlidae), per esempio, sono dei papà eccezionali! Similmente a come avviene per il Cavalluccio marino, alcune sottospecie di questa grande famiglia acquatica si trasformano in vere e proprie incubatrici viventi! Il maschio tiene le uova in bocca dopo la deposizione, per proteggerle da eventuali minacce e assicurare ai piccoli un corretto sviluppo. Non è un caso che questi pesci vengano chiamati proprio Ciclidi incubatori orali.
Gli avannotti possono poi contare ancora sull’istinto protettivo del papà, che vigila su di loro e li accoglie nella sua bocca in caso di pericolo, oppure scava dei piccoli tunnel sul fondale, dove i piccoli possono nascondersi.
Un comportamento simile avviene nei maschi di Pesce mascella (Opistognathus) e di Pesce Cardinale di Banggai (Pterapogon kauderni).
Il primo mette a disposizione la sua bocca sia come nido che come zona sicura per gli avannotti. In alternativa anche lui costruisce dei cunicoli sul fondale per la protezione dei piccoli.
Il secondo invece tende a prolungare il periodo di incubazione orale anche dopo la schiusa delle uova, continuando per qualche tempo a tenere gli avannotti in bocca. In fase di sviluppo i pescetti possono continuare a contare sul loro papà, o meglio sulla sua grande bocca, per sfuggire ai numerosi predatori che questa specie trova in natura.
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Da parte di tutti noi, Buona festa del papà (umano o animale)!