I cani sono animali socievoli, tanto che oggi il loro ruolo in casa è cambiato rispetto a qualche tempo fa. Da figura assistenziale, utile per la caccia o per la gestione del gregge, il cane è diventato un vero e proprio membro della famiglia, protetto e amato. Talvolta però le interazioni sociali con gli esseri umani possono rappresentare una fonte notevole di stress.
Come possiamo fare se il nostro cane ha paura delle persone? Scopriamolo insieme!
Perché il cane ha paura degli esseri umani?
Possono essere molte le cause alla base del disagio del nostro pet. Soprattutto nel caso di animali abbandonati e adottati da un rifugio, il motivo della paura nei confronti degli altri umani può essere dovuto a qualche trauma passato, che ha comportato una perdita della fiducia nelle persone.
Alla base del problema potrebbe però esserci semplicemente una mancata capacità di relazionarsi con figure estranee al nucleo familiare.
Come per molte altre abitudini è fondamentale che il cane abbia la possibilità di fare esperienza fin da cucciolo, imparando a stabilire un rapporto sano con tutti, umani e altri animali.
Durante le prime settimane di vita (un periodo che viene definito “sensibile”) è cruciale che il cane impari a conoscere non solo altri membri della sua stessa specie, ma anche persone di sesso, etnia ed età differenti, affinché immagazzini una grande quantità di informazioni. Quando questo non avviene il cucciolo può dimostrare col tempo insicurezza nelle interazioni con la nostra specie o assumere atteggiamenti selettivi nei confronti di categorie di persone meno conosciute.
Dei metodi educativi sbagliati possono rappresentare un’altra causa di stress. Se tendiamo a punire il cane e ad alzare la voce quando vogliamo impartire una lezione, rischiamo di ottenere l’effetto contrario, alimentando la tensione e la paura nell’animale.
Gioca inoltre un ruolo importante il comportamento stesso delle persone, la loro fisicità e il modo in cui si approcciano al cane. Di fronte a un individuo alto e massiccio, dalla voce tonante e dai comportamenti più bruschi è facile che un animale già intimidito dalla gente si senta ancora più minacciato.
Di norma la paura si può individuare grazie a diversi segnali: se in presenza di altre persone il cane trema, emette uggiolii, tenta di evitare in vario modo la situazione o assume un atteggiamento aggressivo mostrando i denti o ringhiando, è probabile che sia molto spaventato.
In questi casi forzarlo a intrattenere rapporti con ciò che lo terrorizza è sbagliato. Cerchiamo piuttosto di comprendere il suo disagio e di affievolirlo con pazienza e affetto.
Come comportarsi di fronte a un cane spaventato?
Il cane è un animale dall’istinto molto sviluppato, che basa le proprie esperienze soprattutto sulla percezione degli stimoli esterni. Per aiutarlo a superare una paura in una situazione di forte stress il primo passo da compiere è mantenere noi stessi la calma.
Sebbene il nostro primo impulso sia quello di mostrarci preoccupati per il nostro animale, è molto importante tenere queste sensazioni sgradevoli sotto controllo, affinché non vengano percepite dal pet come una conferma della minaccia.
Evitiamo inoltre di strattonarlo per il guinzaglio o per il collare – tranne che in situazioni di pericolo – per non incrementare la sua tensione.
Di fronte a un atteggiamento di sofferenza non costringiamo mai il cane a interagire con la fonte della paura, per non rischiare di peggiorare un’esperienza già abbastanza traumatica. Lasciamo piuttosto che il pet abbia la possibilità di sentirsi al sicuro assieme a noi, senza però incentivare un atteggiamento troppo difensivo o aggressivo. Questo, se efficace nel tenere a bada gli estranei, potrebbe essere assunto dal cane come comportamento tipico, controproducente però per il benessere del pet.
Per abbassare il livello di stress viene in nostro soccorso il metodo del rinforzo positivo. La sua versatilità fa sì che sia molto utile anche in questi casi, per permettere al nostro amico a quattro zampe di associare a un’esperienza negativa uno stimolo piacevole.
Che sia in passeggiata o all’arrivo di ospiti in casa, possiamo abbassare lo stato di malessere attirando l’attenzione del pet e premiandolo con uno snack gustoso, meglio se diverso dai normali bocconcini utilizzati per i pasti.
In questo modo creeremo nel tempo una correlazione tra la presenza di un estraneo e la sensazione piacevole. Oltre agli snack, che hanno un impatto maggiore sull’animale (soprattutto se il nostro pelosetto è goloso), possiamo ottenere risultati altrettanto soddisfacenti con un gioco o con delle coccole. Ricordiamo però di mantenere sempre un atteggiamento calmo e positivo ogni volta che utilizziamo il rinforzo e lasciamo che il cane scelga da solo se rimanere in nostra compagnia o se rifugiarsi nella cuccia o in un luogo tranquillo in casa.
A questi piccoli metodi, che porteranno gradualmente a un’esperienza sempre meno traumatica per il cane, è importante affiancare un esercizio costante, valutando di farci aiutare da un addestratore. Un esperto può esserci di grande supporto soprattutto in caso di traumi passati. Anche se la socializzazione è fondamentale nei primi mesi di vita, è possibile rimediare alle insicurezze del pet anche in età matura con pazienza e dedizione.
Sotto consiglio di un professionista e sempre in condizioni di sicurezza facciamo in modo che il nostro amico a quattro zampe possa socializzare con una persona alla volta in un ambiente nel quale si sente protetto, ricorrendo sempre al metodo dell’associazione positiva. Pretendiamo pazienza anche dai nostri ospiti, che dovranno mettere a proprio agio il cane inginocchiandosi per apparire meno minacciosi e facendosi annusare.
Se la paura si trasforma in una vera e propria fobia che rischia di mettere a repentaglio anche la salute del pelosetto, chiediamo un parere al nostro veterinario di fiducia per valutare insieme la possibilità di ricorrere a una terapia mirata.
Solo quando il pet avrà dimostrato maggiore dimestichezza con le persone, possiamo pensare di esporlo a interazioni più complesse, rispettando sempre i suoi bisogni e il suo disagio.
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