Sono curiosi, avventurosi e indipendenti, ma anche bisognosi di specifiche attenzioni. I gatti sono animali carichi di fascino e spesso non facili da comprendere. La chiave per stabilire con loro un buon rapporto è trovare il modo di interpretarne le necessità e di trasmettere insegnamenti importanti.
Ma è davvero possibile educare un gatto? Ecco qualche consiglio su come fare!
Indipendente e schivo…ma capace di apprendere!
A differenza del cane, addestrato da millenni a lavorare al fianco dell’uomo, il gatto ha assunto un ruolo domestico quando è diventato necessario trovare un rimedio contro i topi. Diversi negli atteggiamenti e nei compiti che nel tempo abbiamo assegnato loro, cane e gatto si discostano anche nel modo di apprendere e nel livello di attenzione che sono disposti a dedicarci.
La proverbiale autonomia dei gatti – spesso eccessivamente rimarcata – ci può far capire fin da subito quanto poco essi tendano a dipendere da noi e dai nostri comandi. Questo non ci deve però portare a pensare che educare un gatto sia un’impresa titanica. Ci vogliono tempo, pazienza e qualche sforzo in più rispetto a un cane, ma con i giusti metodi e un atteggiamento rilassato è possibile fare in modo che ogni concetto venga appreso in modo stimolante e divertente!
Sebbene sia possibile educare qualunque gatto, anche l’età può influire: un micio adulto risulterà meno flessibile di un esemplare giovane, mentre un gattino troppo piccolo farà fatica a prestare attenzione alle nostre parole. L’apprendimento è più semplice dopo i primi 3-4 mesi.
Poiché I felini dedicano difficilmente la loro attenzione a qualcosa che non li interessa e tendono a distrarsi facilmente, dedichiamo all’insegnamento pochi minuti al giorno. È inoltre essenziale che esso avvenga in un contesto piacevole per l’animale, affinché impari divertendosi.
Ricordiamo inoltre che avremo vita facile solo se non pretendiamo troppo. Limitiamoci quindi a insegnare qualche trucchetto basilare e utile. Non demordiamo se non otteniamo subito buoni risultati: gli sforzi verranno ripagati col tempo e a giovarne sarà il nostro rapporto con il micio!
Rinforzo positivo: anche per il gatto funziona il metodo associativo!
Conquistare la fiducia di un felino non è difficile quando dalla nostra parte abbiamo la pazienza e la volontà di trasmettere tanto affetto. Al contrario utilizzare metodi poco costruttivi potrebbe tradire quella fiducia.
Utilizziamo sempre toni adeguati, rifiutando le punizioni e preferendo piuttosto le ricompense. Sensibile all’inflessione della voce – capacità che nella vita selvatica gli ha permesso di guardarsi dalle fonti di minaccia – il nostro micio risente dei nostri toni nervosi e degli atteggiamenti freddi. Anche di fronte a un errore o a una marachella, manteniamo un atteggiamento disteso per fare in modo che il gatto apprenda nel modo migliore a non assumere abitudini negative.
Arrabbiarsi, alzare la voce e ricorrere a punizioni aggressive porterà solamente il gatto a mettersi sulla difensiva e a chiudere le possibilità di comunicazione tra noi e lui.
Un buon metodo per l’educazione del micio consiste nel rinforzo positivo. Questa modalità di insegnamento si basa su un concetto estremamente semplice: a una specifica azione viene accostata una reazione positiva (per esempio un premio). Associando i due eventi l’animale impara gradualmente a ricordarli, traendone un insegnamento.
La gratificazione può essere alimentare, come croccantini o snack. In questo caso è cruciale che siano di buona qualità e composti da ingredienti di cui il pet va matto, affinché li consideri un valido motivo per dedicarci la sua attenzione.
Esistono però diversi tipi di ricompensa oltre a quella alimentare, che rischia a lungo andare di diventare ripetitiva e inefficace. L’associazione positiva si può creare anche grazie a carezze e giochini, ottimi premi per incentivare un comportamento corretto!
Cosa possiamo insegnare al nostro gatto?
Per indole, il gatto tende ad apprendere meno comandi rispetto a un cane. Con i giusti metodi e tanta pazienza è però possibile trasmettere al nostro micio insegnamenti utili per una convivenza serena con noi.
Un comando immancabile è il richiamo, utilissimo per gli esemplari abituati a passare un po’ di tempo fuori casa, ma cruciale anche in situazioni di potenziale pericolo. Se il micio scappa di casa spaventato da qualcosa, il richiamo può aiutarlo ad attirare la sua attenzione su di noi o a ritrovare la strada.
Durante il gioco o le normali azioni quotidiane ripetiamo spesso il nome del nostro gatto, in modo che lo apprenda e impari a riconoscerlo. Trasformiamo poi questa semplice abitudine in un vero e proprio metodo educativo.
Tenendoci a distanza e chiamiamo a noi il gatto.Ogni volta che si avvicina premiamolo con un bocconcino o una coccola per permettergli di associare l’azione alla ricompensa. Più avanti possiamo sostituire – se vogliamo – il richiamo vocale con il suono di uno strumento per l’addestramento chiamato clicker.
Eseguire questo esercizio per qualche minuto al giorno può portare gradualmente il gatto ad apprendere il comando, che verrà rafforzato dall’associazione positiva.
Un altro comando utile e semplice è il “seduto”, utilizzabile quando desideriamo tenere un po’ sotto controllo i comportamenti del nostro pelosetto. Quando il gatto compie il gesto di sedersi utilizziamo il comando vocale, in modo che si crei l’associazione tra azione e ordine. La ricompensa deve essere elargita solo dopo essersi messo seduto, per rendere efficace l’insegnamento.
Man mano che il micio impara il gesto possiamo eliminare la gratificazione alimentare, continuando però a premiarlo con una carezza.
A volte c’è però bisogno di insegnare al gatto non compiere un’azione. Anche i deterrenti sono importanti, perché impediscono all’animale di cacciarsi in situazioni dannose.
È piuttosto noto, per esempio, l’amore dei gatti per divani, tendaggi e altri tessuti, su cui adorano farsi le unghie. Come fare in questi casi per impedirlo?
Distogliamo la loro attenzione posizionando tiragraffi e altri giochi nelle zone dove il micio ha l’abitudine di farsi le unghie. È inoltre molto utile pulire le aree già colpite dagli artigli della nostra piccola pantera, in modo che l’odore che rilascia con i polpastrelli non sia un incentivo a mantenere questa cattiva abitudine. Quando il gatto mostra interesse nei confronti di divano e simili, richiamiamolo senza spaventarlo e cerchiamo di dirottare la sua attenzione verso oggetti più sicuri.
Affrontare l’educazione del gatto può essere una grande sfida, ma permette il rafforzarsi del rapporto tra noi e il nostro pelosetto, che deve sempre basarsi su affetto, pazienza e comprensione!
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