Per gli amanti dei pelosetti il veterinario è una figura fondamentale. Possiamo contare sul suo supporto per le visite di controllo, per i consigli e per la gestione delle emergenze.
Per tutte le situazioni che richiedono un intervento immediato da parte nostra, invece, è importante conoscere alcune basilari manovre di primo soccorso, che evitano il peggioramento della situazione, alleviano la sofferenza del nostro animale domestico e aumentano le sue probabilità di sopravvivenza. Vediamo insieme 5 interventi di primo soccorso da effettuare in base alle diverse emergenze in atto.
ATTENZIONE! L’articolo illustra in modo indicativo alcune delle manovre più frequenti e non può sostituire la visita e il parere di un veterinario competente. Pertanto devono essere effettuate solo in caso di pericolo immediato per l’animale. Si consiglia inoltre di contattare il proprio veterinario di fiducia per ricevere consigli mirati.
1. Agire contro ferite e fratture
Il primo passo per gestire al meglio ferite e fratture è mantenere la calma, anche per non mettere in allarme l’animale.
Chiediamo a qualcuno di aiutarci a organizzare lo spostamento dell’animale in auto presso il veterinario più vicino, utilizzando un classico trasportino per i gatti o i cani di piccola taglia, oppure un trasportino più spazioso per i cani di taglia media o grande. Gli esperti consigliano anche di avvolgere gli animali più piccoli in una coperta, per evitare che il dolore o l’ansia li porti a divincolarsi troppo.
Qualunque sia il supporto, utilizziamo delle coperte per permettere al pelosetto di stare comodo e facciamolo sdraiare sul fianco sano, in modo che la ferita o la frattura non siano sottoposte a sforzi.
Manipoliamo l’area ferita il minimo necessario, con molta attenzione e con mani ben pulite, meglio ancora se supportati da un paio di guanti chirurgici.
In caso di fratture è bene evitare bendaggi casalinghi, poiché una fasciatura effettuata in modo scorretto potrebbe peggiorare le condizioni dell’animale. Il nostro intervento è richiesto invece in presenza di ferite esposte o emorragie. In quel caso individuiamo tempestivamente la fonte del sanguinamento e – se necessario – rimuoviamo la sporcizia più grossolana dalla ferita, facendo attenzione a non toccarla direttamente. Sciacquiamola con della soluzione sterile e utilizziamo poi garze sterili (o, in mancanza di queste, un asciugamano pulito) per coprire la ferita, avvolgendola infine con le stesse. Una volta fatto questo, rechiamoci immediatamente dal veterinario.
2. Come effettuare la rianimazione Cardio-Polmonare (RCP)
La rianimazione cardio-polmonare è richiesta quando l’animale smette di respirare o il suo cuore di battere. Di fronte a un pet immobile, proviamo a chiamarlo e a muoverlo, per sottoporlo a qualche stimolo. Se ciò non provoca reazioni, è necessario controllare che il respiro sia regolare e che il cuore sia in funzione.
Possiamo assicurarci della funzionalità dei polmoni avvicinando la mano al naso dell’animale per percepire l’aria in uscita dalle narici, oppure osservando i movimenti della sua gabbia toracica. In condizioni normali dovrebbe alzarsi e abbassarsi regolarmente. Teniamo anche a mente quante volte questo accade in un minuto, per poterlo poi riferire a chi di dovere.
Se il pet respira, rechiamoci immediatamente in un centro veterinario. L’assenza di movimento indica invece la mancanza di respirazione, che porta alla necessità di un intervento rapido da parte nostra.
Controlliamo che le vie respiratorie non siano ostruite, estraendo la lingua dell’animale e tirandola leggermente verso di noi per facilitare l’osservazione. Eliminiamo – se possibile – eventuali corpi estranei che le bloccano, prestando molta attenzione alle reazioni del pet, che potrebbe mordere come riflesso involontario.Se nulla porta al risultato sperato, prepariamoci alla ventilazione assistita e chiediamo assistenza a qualcuno per organizzare il trasporto dal veterinario. È buona norma in questi casi avvertire preventivamente il personale in clinica, in modo che conosca subito l’emergenza e sappia già come comportarsi. In mancanza di respiro o di battito, infatti, il tempo è cruciale.
La conformazione del muso di cane e gatto non permette di effettuare una classica respirazione assistita. Sdraiamo dunque il pelosetto sul fianco destro, posizionandolo su una superficie solida e pianeggiante, chiudiamogli la bocca con il palmo della mano e insuffliamo aria nel suo naso, ben allineato alla colonna vertebrale.
Se il torace si alza e si abbassa durante la ventilazione, significa che l’aria sta raggiungendo i polmoni. Lasciamo che il torace si sgonfi prima di insufflare di nuovo e sospendiamo di tanto in tanto la respirazione assistita per controllare se il pet ha ripreso a respirare in modo autonomo.
In assenza di battito cardiaco la ventilazione deve essere accompagnata da una manovra di rianimazione cardiaca. Possiamo controllare la funzionalità del cuore appoggiando una mano sul torace del pelosetto oppure sull’arteria femorale, che si trova nell’interno coscia. Se non percepiamo nulla – e solamente in questo caso – possiamo procedere in questo modo, posizionando l’animale sul fianco destro, per avere più facile accesso al cuore:
- Per i cani di taglia medio-grande (>14 kg): appoggiamo le mani una sopra l’altra sul fianco dell’animale, dietro all’arto inferiore, in corrispondenza delle costole. Iniziamo a comprimere senza piegare i gomiti, abbassando il torace fino a un terzo o la metà della sua larghezza, a una velocità di circa 100-120 compressioni al minuto. Tenendo chiusa la bocca dell’animale, insuffliamo nelle narici 2 volte ogni 10-15 compressioni.
- Per cuccioli e cani di piccola taglia (<14 kg): poiché la stessa manovra potrebbe causare dei danni, limitiamoci ad avvolgere il torace con una mano, dietro i gomiti, per comprimere e rilasciare delicatamente a una velocità di 100-120 volte al minuto. Anche in questo caso il torace si deve comprimere fino alla metà o un terzo della dimensione. Procedere con la respirazione assistita, come sopra.
- Per cani toy e i gatti: si può effettuare la stessa procedura dedicata ai cani di piccola taglia, ma utilizzando esclusivamente due dita.
Anche in questo caso tra un ciclo e l’altro cerchiamo di prestare attenzione alle reazioni dell’animale. Se il suo cuore torna a battere possiamo infatti interrompere la procedura.
3. Manovre contro il soffocamento o l’avvelenamento
L’ostruzione delle vie aeree può avvenire per l’ingestione di un corpo estraneo o di un boccone di cibo andato di traverso, e anche in questo caso il nostro intervento può essere determinante per la sopravvivenza dell’animale. I sintomi di un principio di soffocamento sono la tosse e un respiro compulsivo e affaticato, seguito dal colore bluastro delle mucose, causato dal mancato apporto di ossigeno ai tessuti.
Quando cane e gatto non sono in grado di espellere autonomamente il corpo estraneo, nemmeno con il nostro aiuto, la manovra di Heimlich è uno dei metodi più efficaci per agire tempestivamente contro un’ostruzione.
- Afferriamo saldamente l’animale e appoggiamo la sua schiena contro il nostro petto.
- Incrociamo le braccia al di sotto delle sue ultime costole, sotto la cassa toracica, ed esercitiamo 5 compressioni verso l’interno, prestando attenzione a non danneggiare le costole.
- Per i cani piccoli: appoggiamo l’animale sulla schiena ed effettuiamo delle compressioni sotto la gabbia toracica.
- Se il corpo estraneo è risalito verso la bocca, rimuoviamolo con le dita.
- Dopo l’espulsione, se cane e gatto non sono coscienti, accompagniamo la manovra con un paio di cicli di ventilazione artificiale, per permettere all’animale di recuperare una respirazione autonoma e sicura.
- Rechiamoci dal veterinario per assicurarci che l’ostruzione non abbia causato danni.
In caso di avvelenamento da sostanze nocive, evitiamo assolutamente di far vomitare il pet, poiché questo potrebbe provocare danni all’apparato digerente. Il modo migliore per agire è individuare le cause, per poterle comunicare tempestivamente al veterinario e permettergli di stabilire con maggiore precisione il da farsi una volta raggiunta la clinica.
4. Gestione degli attacchi epilettici
Nel cane e nel gatto, l’epilessia può avere diverse cause. Gli attacchi possono manifestarsi anche in mancanza di una patologia specifica, oppure essere provocati da intossicazioni o da danni cerebrali. Ciò che accade è un’iperattività cerebrale, che si traduce in crisi convulsive.
Queste ultime spesso avvengono in momenti casuali e – per chi ha poca dimestichezza con questi eventi – può essere molto spaventosa. Manteniamo la calma, ricordando che l’animale non prova dolore – né è cosciente – durante le crisi. Non c’è bisogno di toccare o spostare l’animale, a meno che non si trovi in una posizione pericolosa. Ciò che possiamo fare, invece, è sgomberare l’area in modo che cane e gatto non si facciano male, e prestare attenzione a ciò che accade, prendendo nota di ciò che accade o – ancora meglio – di filmarlo. In questo modo possiamo trasmettere al veterinario le informazioni necessarie: durata, frequenza delle crisi, manifestazioni, etc. Durante l’attacco spegniamo le luci intense e riduciamo il più possibile i rumori. Una volta che la crisi è terminata, rechiamoci in clinica.
5. Cosa fare in caso di dilatazione e torsione gastrica
La cosiddetta dilatazione o torsione gastrica è una problematica potenzialmente fatale che si verifica con una maggiore incidenza negli animali di taglia grande. Avviene quando lo stomaco aumenta il proprio volume e ruota fino a spostarsi dalla propria naturale posizione.
Una torsione di questo tipo accade solitamente quando il cane effettua uno sforzo fisico – come corse o giochi molto movimentati – dopo aver mangiato, oppure quando l’alimentazione avviene in modo molto rapido. Per questo motivo si sconsiglia di attivare il pet dopo i pasti, mentre è bene attuare dei metodi per ridurre la velocità con la quale il cane mangia, come Snackball e giochi motivazionali.
I sintomi della dilatazione gastrica sono conati di vomito che non portano a nulla, gonfiore all’addome, respirazione affaticata e un’intensa salivazione. Comunicare con accuratezza questi fenomeni al veterinario ancora prima di recarsi in ambulatorio è utile per permettergli di organizzare tempestivamente le prime cure e l’intervento chirurgico, spesso necessario in questi casi.
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