Quando prendiamo in casa un cucciolo non sempre è facile riuscire a decodificare i suoi comportamenti. Spesso confondiamo il suo “ringhio” come una manifestazione aggressiva nei nostri confronti, quando in realtà il piccolo vuole soltanto giocare con noi o con i bambini. C’è un abisso tra il ringhio del cucciolo che vuole giocare e quello che invece rappresenta una situazione di disagio, ma spesso non abbiamo mezzi a sufficienza per interpretarlo o semplicemente ci manca ancora l’esperienza per farlo. I cuccioli si comportano un po’ come gli esseri umani: c’è differenza tra una “minaccia” scherzosa e una seria, e questo si capisce dalla postura che il pelosetto assume e dalla sua mimica facciale.
Come facciamo a capire le differenze? Innanzitutto, dobbiamo imparare a distinguere il ringhio a bocca chiusa, che è tipico dei cuccioli che giocano con una coperta o con un giocattolo, da quello a bocca aperta che sta ad indicare una seria minaccia nei nostri confronti che ci sta avvertendo che il cucciolo è stanco e non gradisce che lo si infastidisca ulteriormente. Se per un cane adulto il ringhio di minaccia è la conseguenza di vari fattori, come la territorialità, la predatorietà e la competitività sessuale, nei cuccioli i tre principali motivi che lo spingono a ringhiare sono l’autodifesa, la possessività e la difesa del cibo.
Il piccolo a volte ringhia quando vede che allunghiamo la mano per aggiungere cibo alla sua ciotola: con il tempo capirà che non si tratta di un gesto minaccioso e che non stiamo togliendo cibo, ma aggiungendo, e smetterà di ringhiare, non essendoci motivo per farlo. Il modo migliore per conquistarci la fiducia del piccolo è quello, nelle prime fasi, di avvicinarci alla ciotola solo per aggiungere cibo e non per sottrarre la ciotola.
Un utile consiglio è quindi quello di utilizzare una ciotola multipla, così mentre il cane mangia noi possiamo aggiungere una parte di cibo nell’altra. Se il pelosetto è particolarmente eccitato alla vista del cibo, possiamo eliminare la ciotola e dargli da mangiare con il kong, il gioco da riporto che contiene bocconcini e che lo costringe a mangiare gradualmente, calmando l’eccitazione. Per il senso di possessività dobbiamo comportarci nello stesso modo, diamo al pelosetto un giocattolo alla volta, ma senza togliere immediatamente il vecchio. L’autodifesa è una tecnica che il cucciolo mette in gioco quando si sente minacciato nei comportamenti quotidiani: al principio teniamoci un po’ a distanza e aiutamolo a capire che non vogliamo fargli del male, presto si abituerà a noi.