L’opinione comune sembra non aver dubbi: i gatti odiano l’acqua! Ne sono diffidenti, l’aggirano con fare circospetto e preferiscono lavarsi in modo autonomo piuttosto che entrare in una pozza. Si pensa che ne siano addirittura terrorizzati!
Nonostante questa convinzione abbia un fondamento di verità (relativa alle caratteristiche fisiche e caratteriali dei felini), si tratta in realtà di un falso mito, frutto di anni e anni di disinformazione e stereotipi.
Approfondiamo la questione e scopriamo la verità sull’ambiguo rapporto tra i gatti e l’acqua, elemento primordiale da essi mai davvero odiato!
Perché ai gatti non piace l’acqua? La risposta nelle loro origini
I gatti non sono sempre stati animali da compagnia, invadenti e coccoloni, appassionati di croccantini e attratti dai tiragraffi.
In origine erano predatori, capaci di sopravvivere nel loro ambiente grazie a sensi molto sviluppati e a un’invidiabile agilità. Molti esemplari si sono diffusi in aree geografiche dal clima tendenzialmente asciutto, che ha influenzato fortemente le loro esigenze e le loro abitudini di caccia. In queste aree, caratterizzate da una scarsa presenza d’acqua, i rapporti tra questo elemento e i felini erano scarsi e si limitavano soprattutto al fabbisogno di idratazione di questi ultimi.
L’evoluzione del gatto ha tenuto conto di questi fattori, che si possono notare anche oggi nei naturali comportamenti dei nostri micioni. Il fatto che i gatti non provino particolare simpatia per l’acqua non denota una paura o una vera o propria avversione, quanto piuttosto un’istintiva diffidenza che cambia in base alla razza (l’origine di alcuni esemplari va localizzata in climi più umidi, dove il procacciamento del cibo poteva consistere anche nella pesca) e al carattere del singolo esemplare.
L’evoluzione ha dunque un ruolo rilevante negli atteggiamenti che spesso notiamo nel nostro pelosetto, ma non determina necessariamente il rapporto che il micio avrà con l’acqua. Educato fin da piccolo a un contatto sano e sereno con questo elemento, il nostro gatto potrà beneficiarne, arrivando addirittura a considerarla una fonte di divertimento, proprio come se fosse un gioco.
Il bagnetto, che terrore!
Tra le principali ragioni della nota avversità dei gatti per l’acqua c’è la loro riluttanza a sopportare il bagnetto. Per i padroncini è una vera e propria impresa lavare il proprio gatto, che si ribella con tutte le forze pur di non sopportare la tortura del bagnetto. Questo non deve però convincerci che tra gatti e acqua esiste un odio viscerale, poiché l’atteggiamento tenuto dal nostro micio dipende dalle esperienze vissute a contatto con l’elemento.
Al contrario di quello che si pensa, non è insolito vedere un gatto giocare con l’acqua, soprattutto se le prime esperienze del cucciolo sono state positive. I felini di casa tendono ad associare molti oggetti e fenomeni al gioco, trasformando il mondo in un vero e proprio parco giochi. Anche per l’acqua può avvenire qualcosa di simile: facciamo in modo che i primi contatti con l’elemento non siano traumatici. Sfruttiamo a nostro vantaggio la sua inguaribile curiosità e facciamo in modo che il pet si abitui al contatto con l’acqua in vario modo. L’acqua corrente o un rubinetto che perde possono rappresentare qualcosa di interessante, così come una bacinella d’acqua dove galleggia un giochino. La voglia di toccare l’acqua con la zampina – soprattutto nei primi mesi di vita del pelosetto – può portare l’animale a vivere un’esperienza divertente e stimolante. I contatti in tenera età determinano un rapporto sano con l’elemento, per questo il metodo migliore per non alimentare la paura del gatto è permettergli di esplorare fin da cucciolo.
L’abitudine ci verrà in aiuto al momento del bagnetto. Normalmente i gatti preferiscono lavarsi autonomamente, sfruttando la superficie ruvida della lingua per la cura del manto. Ci sono però casi in cui un intervento più approfondito di pulizia è necessario. In queste occasioni è bene agire con delicatezza, rispettando le esigenze e i timori del pelosetto. La famigerata paura dell’acqua è – il più delle volte – causata da brutte esperienze o dalla nostra disattenzione, più che una verità inconfutabile sui felini.
Evitiamo di utilizzare acqua troppo fredda o di spaventare il gatto con lo scroscio della doccia o del rubinetto. Non usiamo dunque l’acqua corrente e limitiamoci piuttosto a lavare il micio in una bacinella con poca acqua e a risciacquarlo con altrettanta acqua pulita. Nei primi tempi si consiglia di evitare l’uso di lozioni e del phon, integrando gradualmente shampoo e balsamo per gatti man mano che il micio diventa più docile.
Il ruolo dell’acqua nell’alimentazione del gatto
L’istinto del gatto, affinatosi nel corso della sua evoluzione, si fa sentire in vario modo anche nelle abitudini alimentari e nell’approccio alle diverse fonti d’acqua a sua disposizione.
Nella dieta dell’animale l’idratazione è molto importante, sebbene il fabbisogno giornaliero sia di molto inferiore rispetto al nostro o a quello dei cani. Con qualche variazione in base al peso, alla razza e al tipo di alimentazione, un gatto deve assumere in media tra i 200 e i 250 ml di acqua al giorno, che ottiene in parte grazie al cibo umido. Una dieta composta maggiormente da croccantini costringe invece il gatto a idratarsi in altro modo.
Non è insolito notare nel micio un atteggiamento diffidente anche mentre beve e questa sua riluttanza a bagnarsi o ad avvicinarsi all’acqua ha contribuito ad alimentare il falso mito. L’acqua del rubinetto, in particolare, lo mette in allarme poiché contiene sostanze depurative per noi inodori, ma percepibili al suo sensibile olfatto. I gatti odiano inoltre bagnarsi i baffi o bere da ciotole troppo profonde, che ricordano istintivamente al gatto una fonte d’acqua potenzialmente abitata da pericoli.
L’odio di questi affascinanti animali per l’acqua può però essere smentito dall’entusiasmo con cui tendono a bere da fonti improbabili. Con nostra grande frustrazione la ciotola strategicamente posizionata accanto al cibo spesso viene ignorata, a favore di sottovasi, piccole pozzanghere fuori casa o addirittura la tazza del water. Anche questo atteggiamento appartiene però all’inestinguibile istinto predatorio del gatto, che rivive nelle fonti d’acqua alternative l’antica attività di caccia.
Nonostante questa apparente testardaggine del nostro pelosetto, non dimentichiamo di posizionare più ciotole in giro per casa per agevolare la sua idratazione, un distributore facilmente accessibile o una comoda fontanella per offrirgli acqua sempre fresca e corrente.
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