Le lunghe giornate estive offrono un’ottima opportunità per i nostri pelosetti di godersi l’aria aperta con giochi e passeggiate. Ma campi, prati e aiuole possono celare delle insidie da non trascurare. Oltre alla minaccia della processionaria – un bruco dalle setole altamente urticanti – è fondamentale prestare attenzione ai forasacchi. Queste piccole spighe, particolarmente diffuse durante il periodo estivo, sono innocue solo in apparenza, poiché in realtà possono infilarsi in diverse zone del corpo dell’animale, causando lesioni anche gravi.
Vediamo insieme cosa sono i forasacchi e come proteggere i nostri pelosetti da questa minaccia estiva!
Cosa sono i forasacchi? Una semplice guida per riconoscerli
Il termine forasacchi fa riferimento a un ampio gruppo di graminacee, tra le quali si possono trovare una trentina di specie dalle caratteristiche potenzialmente pericolose per gli animali.
Nello specifico si tratta di spighe di altezza compresa tra i 30 e i 50 centimetri, distribuite nella gran parte d’Italia, in genere in campi e prati, ma anche aiuole o aree naturali nei pressi del mare. Questa enorme diffusione fa sì che l’esposizione dei nostri pelosetti ai forasacchi rappresenti un rischio concreto, soprattutto quando portiamo il cane in passeggiata al guinzaglio o lo mandiamo alla ricerca di qualche gioco da riporto in mezzo ai prati non falciati. Anche i gatti che vivono in libertà o semilibertà possono però risentirne.
Un altro elemento distintivo di queste specie vegetali è la loro conformazione, che rappresenta proprio l’elemento pericoloso per i pelosetti. Le si può riconoscere per il fatto che sono composte da piccole spighe, a loro volta suddivise in punte sottili e accuminate, rivolte verso l’alto. In estate, quando la pianta è matura e secca (circa tra fine maggio e metà luglio), esse si staccano e si diffondono nell’ambiente, per garantire la crescita di altre piante.
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Parola a Madre Natura: perché i forasacchi sono così pericolosi?
Non c’è nulla di particolare nel fatto che campi e prati in estate siano pieno di spighe, ma dunque perché i forasacchi rappresentano un pericolo così insidioso per i pelosetti? Il fattore di rischio sta proprio nella peculiare conformazione delle spighe, che agiscono come dei veri e propri arpioni in miniatura.
Quando un animale – per esempio un cane – corre o si rotola nell’erba alta, le spighe di forasacco si possono aggrappare al suo pelo, infilarsi tra i polpastrelli delle zampe, oppure nel naso, nelle orecchie o perfino nei genitali esterni. A causa della loro forma particolare, inoltre, non possono essere espulsi in modo naturale.
I rischi per il pelosetto variano di caso in caso. In genere i forasacchi si fermano nel pelo o nel condotto nasale e uditivo senza andare troppo in profondità, e possono essere rimossi manualmente con l’aiuto del veterinario e di una pinza abbastanza lunga (vanno invece evitati assolutamente gli interventi fai da te, per non rischiare di ferire l’animale).
Alcune situazioni possono però essere più serie di altre, e causare danni di varia entità, motivo per cui è importante non sottovalutare queste spighette. Grazie alle loro punte, infatti, i forasacchi possono bucare la pelle e penetrare sotto la cute, soprattutto attraverso gli spazi interdigitali delle zampe, e proseguire il loro percorso all’interno del corpo. Altre volte possono addentrarsi in profondità entrando nel naso e nel condotto uditivo, causando lesioni, dolore, sanguinamento e richiedendo un intervento medico più invasivo.
Un altro motivo per cui queste specie sono particolarmente ostiche dipende dal fatto che non lasciano traccia evidente del loro ingresso, a meno che il pet non percepisca dolore o fastidio fin da subito. Per questo non è sempre facile individuare subito il loro “attacco”, per agire tempestivamente.
Come riconoscere la presenza di forasacchi e cosa fare?
Poiché la presenza dei forasacchi sul pelo o nel corpo dell’animale passa spesso inosservata, al rientro da una passeggiata o da un’intensa sessione di gioco nei campi è importante mettere in atto qualche piccolo accorgimento.
In primo luogo prendiamoci un po’ di tempo per spazzolare con cura il manto del cane, senza trascurare alcun punto del corpo, pur agendo con cautela nelle zone più delicate.Con gli esemplari a pelo lungo e folto – più esposti al rischio di raccogliere spighe – utilizziamo dei cardatori, mentre dei pettini a denti mediamente stretti ci possono essere molto utili per intercettare i forasacchi e rimuoverli dalla pelliccia.
Esaminiamo bene le zampe dell’animale, soprattutto tra un polpastrello e l’altro e ispezioniamo narici e orecchie aiutandoci con una torcia, alla ricerca di eventuali spighette visibili, o fonti di sanguinamento. Se ci sono e sono facilmente raggiungibili, rimuoviamole manualmente, mentre se invece sono impossibili da estrarre senza l’utilizzo di accessori specifici è meglio rivolgersi a un veterinario, in possesso di strumenti medici professionali e delle competenze adatte per effettuare la manovra in piena sicurezza.
È altrettanto importante prestare attenzione ai comportamenti dell’animale, alla ricerca di atteggiamenti particolari. In molti casi, la presenza di un forasacco nel naso lo porta a starnutire ripetutamente, a grattarsi il muso con le zampe, visibilmente infastidito, o a sfregarlo a terra. Se invece il corpo estraneo si trova nel condotto uditivo, è possibile vedere il pelosetto scuotere la testa e grattarsi le orecchie, mostrando segni di fastidio o dolore.
Talvolta il forasacco può infilarsi anche sotto la terza palpebra – una membrana all’angolo dell’occhio, verso il naso – producendo muco o pus.
In tutti questi casi l’ideale è rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per un controllo specifico, attraverso il quale si potrà capire se i disturbi sono causati dalla presenza di queste insidiose spine, e procedere eventualmente con la rimozione. L’anestesia potrebbe essere necessaria per evitare che l’animale si agiti troppo o nel caso in cui i forasacchi si siano spostati in profondità.
Anche la prevenzione è importante: gli spostamenti dei gatti abituati a uscire all’aria aperta sono impossibili da controllare, ma possiamo abbassare la percentuale di rischio evitando di frequentare con il cane i campi e i prati non falciati, impedendo al pet di rotolarsi in mezzo alle graminacee, oppure coprendogli le orecchie con dei paraorecchie in stoffa, per bloccare almeno una via d’accesso a queste malefiche spighe.
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