L’ansia sembra essere il sentimento dominante del 21° secolo, alimentata dai ritmi frenetici della quotidianità e del lavoro, nonché dalle grandi e piccole preoccupazioni di tutti i giorni. Sarebbe però un errore credere di essere gli unici a soffrirne: come gli esseri umani, anche i cani sperimentano varie forme d’ansia, che possono essere suddivise in diverse tipologie, dipendere da svariati fattori e degenerare in disturbi comportamentali più gravi.
Imparare a riconoscere i sintomi e a comprendere le cause è cruciale per evitare che il problema degeneri in comportamenti distruttivi e per assicurare al pet una vita sana e serena!
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I fattori alla base dell’ansia
L’ansia è una forma di adattamento naturale del cane a stimoli o minacce inattesi, ma in alcuni casi può degenerare in manifestazioni eccessive e inappropriate, assumendo forme patologiche che impediscono all’animale di vivere serenamente la propria vita in famiglia.
Oltre a fattori neurofisiologici e genetici (alcune razze per esempio sono più propense a soffrire d’ansia rispetto ad altre), tra le cause principali dei disturbi di questo tipo ci sono i fattori ambientali o esperienziali, come:
- Traumi e abbandono: che causano sfiducia, apprensione e ipervigilanza in molti esemplari, soprattutto quelli adottati in canile o soccorsi in strada.
- Cambiamenti improvvisi della routine: come un trasferimento in un’altra casa, o qualche cambiamento negli orari lavorativi che portano i pet mates fuori di casa.
- Assenza di socializzazione: ossia un evitamento delle interazioni con altri umani, animali o cani, che ha portato ad alimentare la paura nei loro confronti.
- Mancanza di un ambiente adeguato: per esempio uno spazio di vita troppo piccolo, incapace di soddisfare le esigenze del cane.
- Assenza o eccesso di stimoli: sia la noia che la troppa confusione possono generare ansia.
- Età o problematiche mediche: disturbi cognitivi dovuti all’invecchiamento del cane (per esempio forme di demenza), oppure cause legate alla salute, come squilibri ormonali o sensoriali, oppure patologie che causano dolore cronico.
Le tipologie di ansia nel cane
Come per gli esseri umani, anche per i cani l’ansia può assumere diverse forme, che dipendono soprattutto dalle cause e dalle circostanze in cui si manifestano:
- Ansia generalizzata: stato di ipervigilanza che si manifesta in risposta a una forma di preoccupazione più o meno costante. Il cane che ne soffre si mostra nervoso, irrequieto e incapace di rilassarsi, come se si stesse preparando ad affrontare qualcosa che potrebbe avvenire di lì a poco, sebbene non sia necessaria la presenza di una minaccia diretta e imminente.
- Ansia da separazione: molto frequente nei cani che vengono lasciati a lungo da soli, che hanno sperimentato un abbandono o che hanno vissuto la prima separazione dal pet mate come una sorta di trauma. In presenza di questo stato emotivo l’animale sfoga la propria frustrazione in vario modo, in genere con vocalizzi, tentativi di fuga, bisogni in giro per casa ed episodi distruttivi nei confronti di oggetti di vario tipo.
- Ansia sociale: si manifesta in genere in situazioni di interazione con altri umani e animali. Spesso si accompagna ad atteggiamenti paurosi ed evitanti, ma alcune forme di ansia sociale si manifestano attraverso uno stato difensivo che può sfociare in aggressività. Può essere causata da brutte esperienze del passato (maltrattamenti o incontri spiacevoli con altri animali), ma spesso è la conseguenza di un processo di socializzazione assente, interrotto o avvenuto nel modo sbagliato.
- Altre fobie specifiche: possono essere svariate, ma in genere sono accomunate dal fatto che si manifestano solo in circostanze specifiche. Un esempio molto emblematico è la paura dei rumori, che si attiva per esempio quando c’è il temporale o quando vengono sparati fuochi d’artificio o botti (pratica tra l’altro fortemente sconsigliata per la tutela degli animali). Anche in questo caso i sintomi dell’ansia possono essere svariati, dalla semplice agitazione, all’atto di nascondersi in un luogo sicuro e isolato in casa, fino a comportamenti esasperati come la minzione incontrollata o il panico.
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Riconoscere i sintomi
Sebbene ogni tipologia di ansia possa avere manifestazioni diverse, si possono riscontrare alcuni sintomi comuni, che talvolta possono passare inosservati per via della loro somiglianza con altri comportamenti del tutto normali.
Proprio per non prenderli sottogamba e intervenire nel miglior modo possibile è cruciale saper riconoscere i più frequenti:
- Vocalizzi, come uggiolii, ululati o abbai, con intensità e frequenza maggiore del solito.
- Tremori, tensione muscolare, tachicardia e respirazione affannosa.
- Agitazione e ipervigilanza, con incapacità a rilassarsi.
- Sbadigliare e leccarsi le labbra, come sintomo di disagio.
- Minzione o defecazione involontarie, per l’incapacità di controllare le funzioni corporali.
- Inappetenza o aumento dell’appetito.
- Eccesso di salivazione.
- Tentativi di fuga, o ricerca di un nascondiglio.
- Atteggiamenti difensivi e aggressività, accompagnati da ringhi o brontolii.
- Masticazione compulsiva.
- Comportamenti distruttivi nei confronti degli oggetti.
- Coda tra le gambe.
- Tendenza a leccarsi il manto o a grattarsi più spesso, talvolta con perdita di pelo.
- Cambiamenti comportamentali evidenti.
- Squilibri gastrointestinali.
È importante sottolineare che ogni cane ha un carattere a sé, e che i sintomi possono variare a seconda dell’esemplare. La prima cosa da fare è dunque prestare attenzione ai nostri amici a quattro zampe alla ricerca di cambiamenti nei loro atteggiamenti.
Stimolare, calmare e desensibilizzare: come prevenire o attenuare l’ansia
Le abitudini da mantenere per ridurre l’ansia nel cane sono molte, a partire dalla creazione di un luogo sicuro e stimolante dove vivere. In casa è fondamentale che il pet abbia un luogo tranquillo dove rifugiarsi ogni volta che ne sente il bisogno, ma anche un ambiente ricco di stimoli, in modo che l’animale possa sfogare le proprie energie.
Mettiamo a disposizione giochi per la masticazione per indirizzare su qualcosa di sicuro la sua tendenza a mordicchiare, nonché dei giochi di attivazione mentale, per stimolare l’intelligenza e la capacità di problem solving.
È anche possibile creare delle attività fai da te nascondendo dei bocconcini gustosi o dei biscotti in scatole, coperte o sotto i tappeti e invitando il cane a cercarli con l’olfatto.
Fuori casa sono fondamentali l’attività fisica e l’interazione sociale. La prima – utile per evitare l’accumulo di energia e tensione – può essere effettuata tramite lunghe passeggiate con guinzaglio e pettorina, oppure con corse al parco e la ricerca di giochi da riporto. La seconda è utile per prevenire o attenuare un’eventuale fobiasociale. L’ideale è abituare il cucciolo fin da piccolo a socializzare in modo spontaneo e senza forzature, esponendolo gradualmente agli altri umani e animali (anche di specie diverse) in modo da abbattere eventuali insicurezze. Per favorire la creazione di ricordi positivi è utile in questo caso utilizzare degli snack come gratificazione.
In caso di ansia da separazione è cruciale permettere al cane di mantenere i propri spazi personali, senza che la nostra vicinanza costante crei un rapporto di dipendenza.
A livello pratico possiamo aiutarlo a gestire l’ansia con tanti piccoli accorgimenti, per esempio ignorandolo per almeno un quarto d’ora quando dobbiamo uscire di casa e quando rientriamo, concedendo coccole e gratificazioni solo quando è calmo.
Poiché l’ansia può essere alimentata anche da piccoli comportamenti associati alla separazione (il rumore delle chiavi, il gesto di prendere la giacca o la borsa, etc.) è consigliato compierli senza poi uscire effettivamente di casa, in modo che il collegamento tra gli eventi non sia più così automatico.
Le fobie specifiche – come quella del temporale e dei botti – possono essere alleviate tramite la desensibilizzazione, per esempio attenuando i rumori forti con l’utilizzo di musica rilassante o la TV accesa, oppure abituando gradualmente il pelosetto al rumore dei tuoni attraverso registrazioni audio o video, in un contesto sicuro e controllato.
È inoltre importante permettere al pet di rifugiarsi in un luogo sicuro in caso di paura ed evitare atteggiamenti di rassicurazione da parte nostra, poiché potrebbero apparire al pet come una conferma dei suoi timori.
Cambiare alcuni nostri atteggiamenti talvolta può essere risolutivo, ma in caso di forme d’ansia più gravi, atteggiamenti aggressivi o distruttivi, oppure vere e proprie crisi di panico, la soluzione migliore è affidarsi a un aiuto professionale, come quello messo a disposizione da veterinari, comportamentalisti e psicologi canini. I primi possono agire su eventuali problematiche mediche che amplificano l’ansia, mentre un percorso di consulenza con i secondi ci permetterà di ottenere un aiuto mirato in base alle necessità dell’esemplare, attraverso un piano d’azione specifico e, se necessario, il supporto di parafarmaci o integratori comportamentali.
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