Noti per la loro indole indipendente e resiliente, i gatti hanno la tendenza a non manifestare in modo esplicito il loro stato d’animo o di salute, rendendo difficile riconoscere eventuali segnali di malessere. Questo avviene per istinto di conservazione, perché in natura mostrarsi feriti o malati significherebbe essere più vulnerabili ai predatori.
Per garantire il benessere psicofisico dei pelosetti e intervenire tempestivamente in caso di necessità, è molto importante prestare attenzione a tutti i segnali che i nostri mici possono inviarci. Ecco 5 sintomi comuni da non sottovalutare!
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1. Cambiamenti sociali
Proprio come gli esseri umani, anche i gatti hanno la propria personalità: esistono esemplari timidi o socievoli, coccoloni o poco inclini al contatto fisico, giocherelloni o pigri. Questi atteggiamenti possono subire delle evoluzioni nel corso del tempo, soprattutto nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma quando il cambiamento avviene in modo rapido e non graduale, potrebbe indicare un disagio.
In alcuni casi la causa va ricercata in uno stato di malessere fisico o di vero e proprio dolore, che porta il gatto a comportarsi in modo insolito, per esempio mostrando all’improvviso un atteggiamento aggressivo o molto riservato, oppure a cercare in rifugio nella cuccia o in luoghi nascosti come l’armadio o sotto il letto.
Al contrario potrebbe anche succedere che un micio molto riservato manifesti di colpo la voglia di stare vicino al proprio umano, come se stesse cercando una fonte di rassicurazione.
Anche in questo caso rivolgersi al proprio veterinario è la scelta giusta per scongiurare eventuali problematiche fisiche, ma è altrettanto importante indagare su eventuali cambiamenti avvenuti in casa, per poter riportare la situazione alla normalità e attenuare un eventuale stato di stress del pelosetto.
2. Bisogni fuori dalla lettiera
La lettiera è un luogo sacro per il gatto, uno spazio isolato e riservato dove poter espletare i propri bisogni, scavare e ricoprire tutto, proprio come avverrebbe in natura.
Se però il micio fa i bisogno al di fuori di questo spazio, le motivazioni possono essere svariate: potrebbe succedere per esempio a un esemplare molto giovane e non educato all’uso della lettiera, o potrebbe significare che il tipo di toilette (chiusa, aperta, grande o piccola) o di sabbia (a grana grossa o sottile, agglomerante o non agglomerante) non sono gradite al micio.
Proviamo a posizionare l’accessorio in un luogo accessibile, ma tranquillo, e testando altre tipologie di materiale. Teniamo sempre la lettiera pulita, in modo che per il gatto utilizzarla non rappresenti un disagio, e assicuriamoci che il livello della sabbietta sia abbastanza alto da permettere al micio di scavare bene.
Se il problema si è manifestato in modo improvviso con una lettiera apprezzata fino a quel momento, o se il comportamento inadeguato persiste anche dopo questi tentativi, ci sono altre cause da indagare, solitamente comportamentali: un cambiamento nella routine, una situazione di stress o comportamenti ansiosi possono essere comunicati dal gatto anche attraverso questi segnali apparentemente incomprensibili, da attenuare individuando e correggendo la fonte primaria del problema, assieme a un esperto.
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3. Cambiamenti nelle abitudini alimentari
Nel corso dell’anno può capitare che un gatto cambi le proprie abitudini alimentari, soprattutto in corrispondenza dei cambi di stagione. In estate, a causa del caldo, è probabile che mangi di meno, mentre in inverno la necessità di mantenere costante la temperatura corporea richiede un maggiore apporto calorico, che si traduce in un aumento dell’appetito.
Fatta eccezione per queste oscillazioni stagionali, i mici tendono a essere piuttosto abitudinari anche nell’alimentazione. Questo dovrebbe rendere piuttosto semplice notare dei cambiamenti nel modo in cui essi si approcciano al cibo.
Un cambiamento rilevante nell’appetito e nelle abitudini alimentari (ma anche una perdita o un aumento di peso) potrebbe indicare la presenza di un problema da approfondire, come diabete, patologie tiroidee, problematiche renali, un affaticamento dell’apparato gastrointestinale o – semplicemente – dolore ai denti.
Sebbene meno facile da riconoscere, anche un aumento o un calo della sete è il sintomo di una possibile patologia, come stress, problemi renali o diabete. Per questo motivo di fronte a un cambiamento improvviso e di una certa entità, è molto importante rivolgersi subito a un veterinario, in modo da identificare le cause del disagio e trovare presto una soluzione.
4. Colpi di tosse o problemi respiratori
In molti casi la causa scatenante della tosse nel gatto potrebbe essere la presenza di un po’ di pelo in gola o nello stomaco, finito lì dopo una sessione di grooming.
In genere questo viene espulso naturalmente con le feci, ma in alcuni casi l’eccesso di pelo potrebbe causare la formazione di boli, ossia di agglomerati che si fermano nello stomaco del micio causando vomito, fastidi o dolori, apatia, inappetenza e colpi di tosse (con i quali il gatto cerca di liberarsi del problema).
Delle pomate o integratori contro i boli di pelo potrebbero essere una buona soluzione, così come è importante spazzolare spesso l’animale, soprattutto nei periodi di muta, ma se il problema dovesse persistere è importante fare ciò che consigliamo in ogni paragrafo dedicato alla salute dei pelosetti: rivolgersi a un veterinario.
Chiedere un parere medico è importante se gli episodi di tosse – ed eventualmente di vomito – continuano per più di 24 ore, anche per stabilire eventuali altre cause, che possono essere: problemi gastrici, la presenza di corpi estranei, polmoniti o altre malattie infettive, virus, parassiti, neoplasie o asma felina, provocata in genere dall’allergia a particelle presenti nell’ambiente.
Un parere medico è cruciale anche quando il micio respira a fatica o con la bocca aperta, oppure emette dei suoni strani quando lo fa, poiché potrebbe trattarsi di un sintomo preoccupante da indagare più a fondo.
5. Overgrooming
Per i gatti la pulizia personale è una questione estremamente importante, tanto che impiegano una parte molto consistente della loro giornata alla cura del pelo.
Se dunque notiamo che il nostro micio è spesso impegnato in questa operazione – detta grooming – non dovremmo allarmarci troppo. Si tratta anche di un metodo con cui il micio si rilassa, regola la propria temperatura corporea e deposita il proprio odore su se stesso, per poi diffonderlo altrove attraverso le sue tipiche strusciatine.
In alcuni casi però questo comportamento può assumere delle connotazioni quasi ossessive, sfociando nell’overgrooming, ossia una pulizia del manto eccessiva e frenetica, talvolta con relativa perdita di pelo. Questa condizione è solitamente un sintomo di disagio fisico o emotivo, per esempio un tentativo di attenuare un dolore (soprattutto quando il gatto si lecca in una zona circoscritta del corpo), oppure un’irritazione, una reazione allergica o il fastidio causato da qualche parassita.
Di fronte a questi segnali è bene recarsi il prima possibile dal proprio veterinario di fiducia, per valutare la presenza di patologie o allergie, avviare una terapia per la cura della cute e del pelo, oppure avviare un ciclo di antiparassitari per gatti.
Le cause dell’overgrooming possono essere anche psicologiche: nervosismo, stress, situazioni di novità che destabilizzano possono manifestarsi in questo modo, ma possono anche essere risolte rivolgendosi a un esperto di comportamento animale.
Al contrario, anche una mancanza totale di toelettatura è il sintomo di un problema fisico o emotivo, e come tale non deve essere scambiata per semplice pigrizia, ma trattata come un segnale serio.
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