Condividere la propria vita con un animale domestico è una gioia incredibile, ma farlo fin dalla tenera età può avere un impatto molto positivo sulla propria crescita. Quando tra pet e bambini si instaura un rapporto sereno e consapevole, questi ultimi possono giovare di molti vantaggi: non si tratta solamente di trascorrere la propria infanzia al fianco di un amico fedele, ma anche di imparare le basi del rispetto nei confronti di un essere vivente e responsabilizzarsi di fronte ai suoi bisogni.
Secondo gli studiosi, inoltre, la vicinanza a un animale domestico contribuisce allo sviluppo cognitivo ed emozionale dei bambini. Tutto questo è tuttavia possibile solo se si gettano – in accordo tra bambini e adulti – le basi per una relazione equilibrata, tenendo conto della personalità e delle esigenze di entrambe le parti.
Ecco dunque 5 regole per un ottimo rapporto tra animali e bambini!
Attenzione! Questo articolo contiene dei consigli generali, che non possono in alcun modo sostituire il parere di un comportamentalista. In caso di dubbi è fondamentale rivolgersi a un esperto.
1. Rispettiamo i loro spazi
Condividere con i più piccoli i concetti di compassione ed empatia sarebbe impossibile se non fossimo noi i primi a comportarci in modo rispettoso con i nostri pet, tenendo conto dei loro bisogni e dei loro limiti.
Il concetto di spazio personale non si limita alla corporeità, ma si estende a tutto ciò che l’animale considera come territorio.
Per fare in modo che tra bambino e pet si instauri un rapporto equilibrato e non si creino dinamiche frustranti o potenzialmente pericolose (si pensi per esempio a morsi e graffi), è bene insegnare ai piccoli che lo spazio privato va sempre rispettato.
Un esempio lampante è rappresentato dal riposo. Quando il cane desidera ritirarsi sul proprio lettino e il gatto nella propria cuccia – che sia per dormire o per alleviare uno stato di tensione – è molto importante che il bambino sappia accettare il loro bisogno, evitando di disturbarli. Rispettare questo confine non solo garantisce all’animale il benessere psicofisico di cui ha bisogno, ma scongiura anche eventuali incidenti.
Se il pet dovesse infatti essere disturbato mentre si trova in uno stato di sonno profondo, potrebbe spaventarsi, risvegliarsi in modo brusco e reagire inavvertitamente con un morso o un graffio difensivo.
All’interno del concetto stesso di spazio personale bisogna anche tenere conto della tematica del contatto fisico. Nei bambini è del tutto normale il desiderio di avvicinarsi al pet per coccolarlo, ma per la loro sicurezza e per il benessere dell’animale è importante anche insegnare al piccolo ad avvicinarsi a quest’ultimo con cautela e a esprimere il proprio affetto tramite carezze leggere.
Vanno quindi evitati tutti quei gesti bruschi che l’animale potrebbe percepire come una minaccia, come abbracci, tirate di coda e di orecchie e schiaffetti, così come è opportuno insegnare al bambino a non toccare con troppa insistenza il muso dei pelosetti.
2. Non infastidiamoli quando mangiano
Quello dei pasti è un altro momento molto delicato per un animale domestico, soprattutto per i predatori come il cane e il gatto, che tendono a voler proteggere la fonte del proprio sostentamento. In natura questi animali (soprattutto i loro antenati) impiegano un grande dispendio di energie per procurarsi il cibo – una risorsa limitata – e non è insolito che si trovino a competere con altri esemplari per ottenerlo.
Questo istinto non è del tutto scomparso negli animali domestici, anche in quelli che hanno sempre nutrimento a disposizione (con qualche differenza a seconda del carattere). Per questo motivo è caldamente sconsigliato avvicinarsi alla loro ciotola quando mangiano, tanto meno togliergliela all’improvviso o metterci le mani dentro.
I bambini però – soprattutto i più piccoli – difficilmente sono consapevoli di questo limite, e per gioco o curiosità potrebbero oltrepassarlo, con il rischio di infastidire l’animale al punto da scatenare una reazione violenta (soprattutto nel cane, ma non solo).
Oltre a spiegare ai più piccoli che cane e gatto non devono assolutamente essere disturbati mentre mangiano, possiamo mettere in atto altri piccoli accorgimenti.
In primis è bene che il pet sia ben nutrito, in modo che non sviluppi un senso di protezione eccessivo nei confronti del cibo e che non tenda a divorare tutto con foga.
È inoltre utile fare in modo che l’animale abbia un luogo tranquillo dove possa nutrirsi, nonché educarlo a non presenziare a tavola, in modo da non indurlo a elemosinare cibo dalle mani del bambino.
3. Evitiamo confusione e movimenti improvvisi
Ogni pet ha una personalità a sé: ci sono quelli più socievoli e quelli più riservati, quelli che amano giocare con adulti e bambini e quelli che preferiscono starsene per i fatti propri. Conoscere il carattere del proprio animale è fondamentale per comprendere anche quale sia il modo migliore per interagire con lui.
In linea di massima si può però affermare che cani e gatti (così come i piccoli animali), non amano la confusione e i movimenti bruschi, motivo per cui a volte potrebbero generarsi dei contrasti tra loro e i bambini, che manifestano in modo spontaneo il proprio entusiasmo. Il rischio però è che il pet si senta minacciato, spaventato o in ansia.
Educhiamo i più piccoli a mantenere un atteggiamento pacato quando si trovano vicini a un animale, spiegando loro che da questo dipende il benessere del pelosetto. Facciamo loro presente anche che un cane o un gatto che si sentono a proprio agio, saranno più propensi ad avvicinarsi per una coccola o per il gioco.
In quanto predatori, inoltre, cane e gatto mantengono l’istinto di rincorrere una preda che si muove rapidamente, motivo per cui è bene evitare corse, schiamazzi, o movimenti rapidi. Per esempio il gatto potrebbe cercare di afferrare con le zampe una manina che si agita velocemente, mentre il cane prova l’impulso naturale di rincorrere ciò che scappa, anche in un momento apparentemente sicuro come il gioco.
Per questo motivo è opportuno che le interazioni tra animali e bimbi avvengano in presenza di un adulto.
4. Prendiamo delle precauzioni durante il gioco
La stessa cautela va mantenuta durante l’attività ludica, per un motivo già anticipato nel paragrafo precedente: l’istinto predatorio.
I giocattoli per cani o per gatti rappresentano una risorsa da tutelare, oppure un elemento al quali i pet sono emotivamente legati. Per questo motivo questi ultimi tendono a essere molto protettivi nei loro confronti, talvolta allontanando eventuali minacce con dei semplici avvertimenti (come soffi, ringhi, o reazioni fisiche che esprimono disagio, come un semplice sbadiglio), passando poi in alcuni casi a reazioni più fisiche.
È cruciale insegnare ai piccoli prima di tutto a non considerare il pet come un peluche, evitando così manipolazioni non gradite durante il gioco. In secondo luogo, il bambino deve imparare anche a interagire con i giocattoli del pet solo quando quest’ultimo è disposto a cederli per giocare insieme, per evitare reazioni potenzialmente pericolose.
In tal senso è molto importante abituare il cucciolo alla socializzazione con altri animali ed esseri umani (tra cui anche i bambini), in modo che impari le basi per una corretta condivisione. È utile anche l’addestramento ai comandi porta e lascia (funzionali soprattutto con i giochi da riporto) che permetteranno al pet di vivere la vicinanza di un altro essere umano al proprio giocattolo come qualcosa di positivo, soprattutto se il processo educativo avviene con l’ausilio di gratificazioni alimentari, come dei deliziosi snack.
Anche in questo caso è fondamentale supervisionare l’attività ludica tra animale e bambino, in modo da tenere sempre d’occhio la situazione.
5. Imparare a osservare
La più grande forma di rispetto nei confronti di un essere vivente è permettergli di soddisfare le proprie esigenze primarie. Solo imparando a osservare i comportamenti dei nostri amici a quattro zampe potremmo capire ciò di cui hanno bisogno e ciò che invece vorrebbero evitare.
Durante le interazioni tra pet e bambini, prestiamo grande attenzione non solo ai gesti dei piccoli, ma anche alle reazioni dell’animale, poiché talvolta anche il più piccolo segnale potrebbe indicare disagio o stress.
Se il pet si allontana per stare da solo, è bene accogliere questa necessità e lasciarlo in pace, così come sono significativi alcuni segnali fisici potenzialmente fraintendibili. Tra i più frequenti ci sono:
- Sbadigli (non solo sintomo di sonnolenza, ma spesso espressione fisica di uno stato d’ansia).
- Tremiti e irrigidimento del corpo.
- Occhi sgranati.
- Orecchie schiacciate sulla testa.
- Movimenti compulsivi, come il gesto di leccarsi più volte le labbra.
- Meccanismi di evitamento, come quando il pet distoglie lo sguardo dal bambino o simula un’altra attività per scoraggiare l’interazione.
Se ci accorgiamo di questi segnali, interrompiamo l’interazione prima di esacerbare i comportamenti dell’animale, in modo da garantire la sicurezza e il benessere emotivo di tutti. Se – anche dopo aver preso tutti gli accorgimenti – notiamo che il disagio del pet persiste, è bene rivolgersi a un esperto comportamentalista, in grado di interpretare il linguaggio non verbale dell’animale e di ideare un percorso personalizzato.
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