I gatti sono ottimi compagni di vita e di gioco, indipendenti e coccoloni al tempo stesso, apparentemente superbi, ma in realtà bisognosi di attenzioni come molti altri animali domestici.
Non sempre è facile comprendere le loro esigenze, tanto che alcuni loro comportamenti potrebbero sembrarci assurdi. Per esempio, perché i gatti mordono?
Ecco 5 cose che ci vogliono comunicare quando lo fanno!
1. “Ti mordo, ma per gioco!”
Agile e pieno di energie, il gatto percepisce il gioco come una naturale manifestazione del proprio istinto venatorio. Fin da piccoli i gattini si approcciano all’attività ludica assieme ai fratellini, in parte per instaurare un rapporto con loro, in parte per imparare tutte le tecniche di caccia che utilizzeranno per la cattura delle prede.
Il gatto non rinuncia mai a questo istinto da predatore e lo ripropone spesso anche in casa, con salti, arrampicate, agguati e tutto ciò che può ricordargli la caccia. Le sue armi predilette per allenarsi sono le unghie e i denti, con cui agguanta tutto ciò che può.
Durante il gioco – soprattutto se un po’ concitato – può capitare che il nostro pelosetto ci morda, pur senza una precisa volontà di ferirci.
Le probabilità che questo accada aumentano se da piccolo non ha avuto il tempo di apprendere alcune regole basilari e i limiti oltre i quali non ci si può spingere nel modulare la forza. Per questo è fondamentale – laddove possibile – che i piccoli stiano con la mamma per i primi tre mesi di vita, in modo da far loro imparare tutto ciò che c’è da sapere sul rapporto con gli altri.
Se il gatto ci morde inavvertitamente durante il gioco, non c’è da preoccuparsi. Se invece considera morsi e graffi come parte integrante dell’attività ludica, facciamo in modo che non diventi per lui un’abitudine. Evitiamo di usare le mani durante questi momenti e interrompiamo subito l’attività in caso di aggressività. Facciamolo con calma, senza strattonare la mano o alzare la voce, per evitare che il micio si senta ancora più autorizzato a serrare la presa, con conseguenze dolorose per noi.
Un’immancabile alternativa alle mani sono i giochi per gatti, appositamente pensati per stuzzicare l’interesse dei felini di casa e per sfogare il loro istinto predatorio. Possiamo scegliere tra palline e topini da fargli rincorrere, oppure tra peluche in pezza da fargli mordere e calciare a piacere.
2. “C’è qualcosa che non va”
Quando non dipende dall’istinto predatorio, il morso può essere anche un modo per il gatto di comunicare disagio. Se durante le normali carezze il nostro micio ci morde, è possibile che sia molto infastidito dalla situazione.
Sottoporlo fin da piccolo a vari tipi di manipolazione (la toelettatura con la spazzola, la pulizia, il taglio delle unghie, etc.) è un ottimo modo per abituarlo al contatto fisico ed evitare che in futuro accumuli stress in determinati momenti.
Un’altra causa del morso può essere il dolore fisico. Se notiamo che toccando un punto preciso del suo corpo il gatto si lamenta o passa subito all’uso dei denti, chiediamoci se si trova in uno stato di malessere. In tal caso è importante contattare il veterinario per capire quale sia l’origine del problema.
In linea di massima, per evitare morsi e graffi, è bene evitare di accarezzare e coccolare il gatto quando non è propenso al contatto fisico o quando preferisce stare da solo. Teniamo inoltre d’occhio la sua coda: se il micio la scuote è probabile che sia nervoso!
3. “Non mi accarezzare così!”
Sebbene il gatto sia un animale indipendente e profondamente legato ai propri istinti, è innegabile che abbia un’enorme passione per le coccole. Non tutti sanno però che il contatto fisico con un gatto non è una cosa da dare per scontata!
Non costringiamo il nostro pelosetto a farsi coccolare quando non vuole, per non aumentare i suoi livelli di nervosismo. Quando sarà propenso a farsi accarezzare, teniamo presente alcune indicazioni di base sulle zone adatte e quelle vietate per le coccole al gatto.
A seconda delle abitudini e del carattere di ogni singolo esemplare, un gatto potrebbe trovare molto irritante la carezza sulla pancia, sulla coda, sulle cosce e sulle zampe, considerate parti del corpo più vulnerabili o sensibili.
Rispettiamo questi confini, per evitare che il nostro amico a quattro zampe si innervosisca e manifesti il suo disagio con un bel morso!
4. “Ora basta!”
Nel rapporto con il nostro gatto non è importante solo il “come”, ma anche il “quanto”. Talvolta un eccesso di coccole può essere molto fastidioso per il pelosetto, per questo può capitare che a un certo punto della sessione di carezze ci assesti un morso, per comunicarci che si è semplicemente stancato di quel contatto.
Non tutti lo sanno, ma le carezze al micio – se fatte in un certo modo – possono dare vita a un fenomeno che viene definito iperstimolazione. Esso consiste nell’accumulo di carica elettrostatica (simile a quello che accade quando strofiniamo un palloncino), che l’animale percepisce con grande intensità. L’iperstimolazione può infastidirlo a tal punto da ribellarsi al contatto o a manifestare il disagio con un comportamento più aggressivo.
Quando coccoliamo il pet siamo delicati ed evitiamo di accarezzargli il pelo in un unico movimento, dalla testa fino alla coda, ma procediamo con piccole carezze e grattini nei punti che preferisce.
5. “Sto parlando con te!”
Non è bello essere ignorati, soprattutto quando ci rivolgiamo a un interlocutore che non parla la nostra stessa lingua! Questo è quello che avviene spesso nella vita di un gatto, che ha bisogno di giocare, mangiare, fare i propri bisogni e di ricevere un po’ di affetto da noi.
Per farsi notare il gatto ha a disposizione un gran numero di vocalizzi, ma quando le sue esigenze diventano pressanti può ricorrere anche a piccoli morsi – solitamente non troppo intensi – per farci capire che sta parlando proprio con noi!
Questo non ci deve mettere in allarme, poiché si tratta di un metodo naturale con cui il pelosetto cerca di ottenere ciò che vuole, che sia la pappa o un po’ di tempo assieme a noi.
A livello educativo è bene non assecondare fin da subito le sue richieste, per non abituarlo ad associare il richiamo all’ottenimento di una gratificazione. Cerchiamo invece di portare pazienza fino a che il micio non si è calmato, per poi dargli ciò di cui ha bisogno e premiarlo con un piccolo snack!
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